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Pasqua: significato, cos'è e differenza tra Pasqua ebraica e cristiana

La Pasqua è una festa del calendario cattolico che, a differenza del Natale, si verifica ogni anno in date diverse. La ragione di questa oscillazione è data dal fatto che la domenica di Pasqua viene calcolata in base alla prima luna piena primaverile. Tuttavia, anche se la festività cambia ogni anno, è possibile individuare un periodo all’interno del quale si verifica: per questa ragione si può parlare di Pasqua alta, media o bassa a seconda della vicinanza al Natale o meno.

Nonostante si tratti di un appuntamento molto sentito dai cattolici, tuttavia la Pasqua è anche una ricorrenza celebrata - in tempi e modalità differenti - anche dagli ebrei con i quali presentano non solo affinità, ma anche differenze sostanziali. Scopriamo quindi quali sono le caratteristiche della Pasqua ebraica e della Pasqua cristiana, individuandone differenze e affinità.

Significato della Pasqua

Per comprendere appieno il significato della Pasqua, è opportuno cominciare dalla etimologia stessa del termine: la parola proviene dal greco antico “pascha” la quale, a sua volta, deriva dall'aramaico “pasah” che vuol dire - in senso stretto - “passare oltre”. Partendo dalle radici semantiche del termine, la festività ha assunto per gli ebrei un’accezione ben determinata, rimandando alla loro liberazione dalla schiavitù alla quale erano sottoposti da parte degli Egiziani e al loro conseguente fuga attraverso il Mar Rosso, guidati da Mosè.

Per quanto riguarda il significato della Pasqua per i cristiani - nonostante la festività si ponga sostanzialmente in continuità con quella giudaica - l’etimologia del termine fu interpretato in modo diverso: che cosa significa Pasqua per i cristiani? Il termine viene infatti fatto derivare dal greco “panthein” che si traduce con “soffrire”: per questa ragione la ricorrenza è associata nella tradizione cristiana ai momenti non solo della Passione di Cristo, ma anche e soprattutto della Risurrezione, piuttosto che alla fuga dall’Egitto.

Caratteristiche della Pasqua Cristiana

In passato la datazione della Pasqua cristiana scatenò numerose controversie fra la Chiesa Occidentale e quella Orientale: queste si placarono solamente quando, durante il Concilio di Nicea, si decise di comune accordo di celebrarla tutti lo stesso giorno, adottando il rito Occidentale. Infatti, a partire da quell’anno sia Oriente che Occidente festeggiano insieme la domenica che segue il plenilunio di primavera.
Una differenza sostanziale rispetto alla Pasqua ebraica è che quella cristiana può essere definita una “festa mobile” dal momento che viene comunicata dal Santo Padre, annualmente, durante la Solennità dell’Epifania. Nonostante non si abbia una ricorrenza fissa, tuttavia è opportuno sottolineare come la data della Pasqua ricopra un ruolo fondamentale all’interno del calendario liturgico cristiano: infatti, in base ad essa, vengono fissate non solo la Quaresima, ma anche la Pentecoste.

I festeggiamenti della Pasqua cristiana durano una settimana - chiamata Settimana Santa -

che ha luogo tra la fine della Quaresima e la Domenica delle Palme concludendosi con la celebrazione della Risurrezione dai morti di Cristo. Il calendario delle celebrazioni viene perciò suddiviso come segue:

  • Lunedì-mercoledì: sono tre giorni in cui troviamo una liturgia dedicata alla riconciliazione;
  • Giovedì Santo: comincia con la Messa del Santo Crisma, per concludersi con la Cena del Signore, in ricordo dell’episodio dell’Ultima cena di Gesù con i suoi apostoli;
  • Venerdì Santo: dedicato alla contemplazione, è interamente adibito dalla Via Crucis, attraverso la quale i fedeli rivivono le ultime ore di Cristo;
  • Sabato Santo: a differenza del giorno precedente, è una giornata che prevede la riflessione e soprattutto la preghiera; al termine del sabato santo viene acceso un cero al quale seguono i quattro momenti caratteristici della cosiddetta Veglia Pasquale.
  • Domenica Santa: è il completamento della settimana santa. Si tratta di un giorno di festa durante il quale viene celebrata la Risurrezione.

Caratteristiche della Pasqua Ebraica

La Pasqua ebraica ha una durata complessiva di otto giorni e ha come scopo quello di ricordare la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto e l’Esodo verso la Terra Promessa. Il nome in aramaico serve ad indicare la cena rituale, celebrata nella notte compresa fra il 14 e il 15 del mese di Nisan, in ricordo della notte prima della fuga dall’Egitto del popolo ebraico. Gli altri sette giorni prendono il nome di Festa dei Pani Azzimi, in quanto traggono origine da un’antica celebrazione per le prime spighe di orzo, coltivate e usate per preparare focacce non lievitate. Esistono molte spiegazioni riguardo alle origini dell’impasto di pane non lievitato, ma la più famosa è quella in ricordo del pane mangiato prima della fuga dall’Egitto del popolo ebraico, che non ebbe il tempo necessario per far lievitare il composto.

I principali comandamenti da rispettare e legati alla Pasqua ebraica sono:

  • Cibarsi di matzah, cioè del tipico pane azzimo non lievitato;
  • Evitare di mangiare ogni cibo contenente lievito per tutti i 7 giorni della festività (questo comandamento prende il nome di Chametz);
  • Offrire un agnello la sera del 14 del mese ebraico di Nisan e poi cibarsi dello stesso, in onore dell’ultima cena del popolo ebraico in Israele prima della fuga.